
Mattia Altobelli, nata a Brescia il 17 Agosto 1983, figlio di Alessandro “Spillo” Altobelli, dal 2002 al 2006 indossa la maglia dell’ Inter primavera con cui aggiudica si il campionato primavera stagione 2001/2002, sempre nel 2002 c’è l’esordio ufficiale in prima squadra, contro il Bari in una partita di coppa Italia.
Ecco la mia intervista:
DOMANDA: Mi viene spontaneo chiederti se portare quel cognome ALTOBELLI ( sei figlio d’arte di un campione dell’inter e del mondo ) è stato in alcune circostanze un peso oppure in alcuni momenti ti è stato d’aiuto ?
RISPOSTA: Purtroppo non mi ha mai aiutato in nessuna circostanza e sfido chiunque a dire il contrario, anzi, se proprio devo dirla tutta per me è un onore, gli altri si facevano un problema perchè si aspettavano sempre lo stesso rendimento e il numero di gol di papà pur essendo due calciatori completamente diversi, diciamo che era un problema più per gli altri perchè si aspettavano uno spillo 2 ma non poteva essere cosi, per fortuna ho trovato anche gente competente che non guardava chi fossi.
DOMANDA: Quali sono stati i consigli che ti ha dato il grande SPILLO ALTOBELLI quando hai deciso di voler fare il calciatore ? Inoltre qual è la sua caratteristica che hai ammirato di più e viceversa ?
RISPOSTA: Consigli pochi perchè abbiamo sempre parlato poco di calcio in casa perchè non volevamo aumentare le aspettative che già avevano su di me, quindi pur seguendomi sempre preferiva rimanere in disparte. Quello che mi piaceva di più di lui era il senso del gol e il poterlo fare con ogni parte del corpo, destro, sinistro, testa, tacco praticamente con tutto, lui sicuramente avrebbe voluto un pò della mia tecnica palla al piede ( parole sue ahahahahahah).
DOMANDA: Due date importanti per te con la maglia dell’ Inter 4 dicembre 2002 e 19 marzo 2003 ? Raccontami.
RISPOSTA: 4 dicembre bellissimo perchè era l’esordio ufficiale che sognavo da tanto e che mi ha fatto capire che potevo fare una buona carriera, ma diciamo che essendoci stati tanti ragazzi l’esordio era praticamente sicuro, quindi l’emozione non è però paragonabile a quella del 2003, quella è stata la partita che poteva cambiare la mia carriera anche nell’ Inter perchè dopo 20 minuti dovevo entrare in campo per un infortunio di un compagno, purtroppo non sono stato scelto io per subentrare in campo, mi ricorderò sempre il riscaldamento sotto la curva ospiti dello stadio del Leverkusen con i nostri tifosi ad incitarmi, ero pronto per entrare, ero carichissimo, mi fu preferito Guglielminpietro e svanì il sogno….comunque esperienza bellissima.
DOMANDA: Hai giocato in varie categorie il fatto di essere già stato in un top club ha aiutato il tuo inserimento in altre squadre diciamo “ più piccole “ oppure hai trovato delle difficoltà nell’integrarti nel progetto e quindi in una realtà ovviamente diversa dall’Inter?
RISPOSTA: Assolutamente nessun problema, ovvio che l’ambiente Inter fosse diverso perchè mi sentivo a casa mia, ma ho giocato in piazze bellissime con un passato glorioso e mi sono trovato benissimo anche perchè devo essere sincero la vecchia Serie C era probabilmente la categoria che meritavo e che ho fatto per diversi anni, era una Serie C molto diversa, fatta da gente che oggi giocherebbe tranquillamente in Serie A o Serie B minimo ). In Serie B ho fatto solo sei mesi, purtroppo, e li son sincero mi sarebbe piaciuto avere qualche possibilità in più e non solo poco tempo ( ma va bene…. ) ho fatto anche qualche errore quindi giusto cosi.
DOMANDA: Se tuo figlio ti dicesse “ papà voglio giocare a calcio e quindi diventare un giocatore professionista a tutti gli effetti” quali sono le prime direttive i primi regolamenti le cose basilari da fargli capire sia per il campo e sia extra campo ?
RISPOSTA: Purtroppo diventare professionista non è che uno lo sceglie, non è come voler diventare medico o geometra che se studi e superi gli esami in automatico lo diventi, nel calcio ci sono tante componenti che devo incastrarsi per arrivare a certi livelli. Le prime cose che gli direi che ci sono tante rinunce da fare per arrivare ad ambire a certi livelli senza sapere se poi i sacrifici saranno ricompensati ( questo vale per il fuori campo ), per il campo invece bisogna allenarsi sempre al massimo perchè basta poco che la carriera può cambiare sia in positivo sia in negativo, se ti fai trovare pronto basta un secondo e ti cambia la vita… e devi essere bravo a sfruttarlo.
DOMANDA: Ultima domanda…abbiamo lo stesso idolo RONALDO IL FENOMENO che si prova a stare vicino a lui, cosa pensi di lui e della sua storia con l’Inter ? Inoltre hai avuto la fortuna di allenarti insieme ad altri campioni ?
RISPOSTA: E’ certo che riuscivo, è capitato spesso che mi allenassi con lui, ma anche con altri grandissimi attaccanti, ho avuto la fortuna di allenarmi con Vieri Recoba Crespo, ma Ronaldo era Ronaldo un giocatore che faceva tutto con il pallone tra i piedi alla velocità della luce come se niente fosse, se si divertiva diventava devastante, altra categoria. Lui amava l’Inter e son sicuro avrebbe chiuso la carriera qua se la società avesse scelto lui e non l’allenatore, ma ahimè è andata cosi, ma rimane insieme a Maradona e Messi il giocatore più forte che abbia visto.
Un ringraziamento a Mattia Altobelli, per avermi concesso questa bellissima intervista.